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Una delle tre tecniche di trasmissione previste dalle reti Fast Ethernet. Usa un cavo in fibra multimodale (62,5/125 micron oppure 50/125 micron) per trasmettere su distanze maggiori. Combinando una connessione su doppino verso la stazione di lavoro e una connessione in fibra ottica dall'hub alla dorsale si arriva alla distanza massima di 308 metri, contro i 205 consentiti dallo standard Fast Ethernet nel caso in cui si usi il doppino anche per la connessione con la dorsale.
100Base-T4 (100 Mbps Baseband Twisted pair 4 - 100 Mbps banda base su doppino ritorto a quattro coppie)
Una versione di Fast Ethernet che funziona su doppino ritorto di categoria 3 (il meno pregiato) usando quattro coppie invece di due per inviare e ricevere i dati da ciascuna workstation. Tre coppie sono la ricezione e la trasmissione, mentre la quarta viene usata per segnalare eventuali collisioni. Non consente la trasmissione full duplex e non permette la connessione di due hub in cascata visto che gli unici hub usati per le reti 100Base-T4 sono tipicamente di Classe I perché li si vuole rendere contemporaneamente utilizzabili anche per le reti 100Base-TX, molto più diffuse. La trasmissione 100Base-T4 serve a riutilizzare un vecchio cablaggio già realizzato per 10Base-T. Può tuttavia accadere che non esistano abbastanza coppie per servire ciascun posto di lavoro e perciò sia in ogni caso necessario cablare di nuovo. In questo caso è consigliato il passaggio al doppino di categoria 5 e a 100Base-TX.
100Base-TX (100 Mbps Baseband Twisted pair X - 100 Mbps banda base su doppino ritorto a due coppie)
Una versione di Fast Ethernet che funziona su doppino ritorto di categoria 5 (più pregiato) usando due coppie di doppino, una per inviare e una per ricevere i dati da ciascuna workstation. Costituisce il metodo di trasmissione tipico delle reti Fast Ethernet, oltre che il più conveniente, inoltre è l'unica a consentire trasmissioni full duplex su doppino a 100 Mbps.
10Base-2 (10 Mbps Baseband 200 metri - 10 Mbps banda base a 200 metri su coassiale sottile)
Uno degli standard per le reti Ethernet, particolarmente diffuso alla fine degli anni Ottanta. Definisce le modalità per trasmettere dati a 10 Mbit per secondo con modalità baseband (a impulsi) su un cavo coassiale a sezione sottile (3/16 di pollice equivalenti a circa 5 millimetri di diametro, chiamato in codice RG 58) su una distanza massima di 200 metri (185 volendo rispettare rigorosamente le specifiche dello standard). Il cavo passa da una macchina all'altra come un lungo serpentone flessibile e si connette in ogni fermata a uno speciale connettore a baionetta (bnc in sigla) sagomato a T. La base della T s'inserisce nella scheda del computer, mentre alle altre due estremità troviamo lo spezzone di coassiale entrante e lo spezzone di coassiale uscente. Ai due estremi del segmento vanno posti due tappi terminatori che impediscono al segnale elettrico di essere riflesso e di tornare indietro mescolandosi con quello in transito. Se s'interrompe il cavo in qualsiasi punto, l'intero segmento cade. Si tratta di un sistema di cablaggio economico e abbastanza flessibile: per aggiungere una macchina alla rete basta aggiungere un pezzo di coassiale e non bisogna comperare concentratori (hub) come nel caso del 10Base-T. Può integrarsi con una rete 10Base-T o 100Base-T con l'aggiunta di un dispositivo ponte (bridge).
100VG-AnyLAN (100 Mbps Voice Grade AnyLAN - 100 Mbps banda base su doppino telefonico adatto per qualsiasi rete)
Una rete locale che funziona a 100 Mbps sul normale doppino ritorto di categoria 3. È stata proposta congiuntamente da HP e AT&T come sistema per creare una rete ad alta velocità che utilizzasse il cablaggio telefonico standard e che potesse riunire il traffico proveniente da due mondi: Ethernet e Token Ring (da cui il nome AnyLAN - tutte le reti). Da principio al progetto aveva anche aderito IBM che peraltro si è successivamente ritirata senza completare la parte relativa a Token Ring. L'attuale versione di 100VG, standardizzata dall'IEEE con il documento 802.12, accetta traffico di tipo Ethernet 10Base-T, ma usa al proprio interno un sistema trasmissivo e un sistema di accesso al cavo totalmente diverso da quello di Ethernet. Le schede vengono di solito prodotte con due uscite da usare a scelta, una per collegarsi a 10Base-T e una per collegarsi a 100VG. Il flusso dati a 100 Mbps viene codificato e compresso con una tecnica particolare e quindi suddiviso su quattro coppie su ciascuna delle quali viaggia un segnale a 25 MHz. La topologia fisica è di tipo stellare e gli hub verso cui confluiscono i collegamenti delle varie stazioni regolano anche la priorità del traffico assegnando la massima urgenza al traffico multimediale. Usando un sistema di accesso di tipo deterministico è possibile trasmettere audio e video in tempo reale, per questo motivo 100VG è concorrenziale rispetto a Ethernet ovunque sia necessario convogliare traffico multimediale. In questo ambito risente a sua volta della concorrenza di Token Ring dal basso e di ATM dall'alto.
10Base-5 (10 Mbps Baseband 500 metri - 10 Mbps banda base a 500 metri su coassiale grosso)
Formato originale delle reti Ethernet che impiega un cavo coassiale del diametro di circa un centimetro (3/8 di pollice) e speciali oggetti, detti transceiver, per collegare il computer alla rete. I dati vengono trasmessi a 10 Mbit per secondo in modalità broadband (a impulsi) su una distanza massima di 500 metri. Il cavo è pesante e abbastanza rigido e non può essere tagliato in nessun punto. La connessione avviene per mezzo di un attacco a vampiro: una speciale punta contenuta nel transceiver buca la guaina, attraversa la calza di rame esterna (che costituisce il secondo elettrodo per un cavo coassiale) e penetra fino a raggiungere la parte conduttrice interna (anima). Data la delicatezza dell'operazione, è facile creare cortocircuiti che disturbano il funzionamento dell'intero segmento. Una parte della distanza utile viene sprecata perché, data la sua rigidità, il cavo non può descrivere curve con un raggio inferiore a una cinquantina di centimetri e la distanza minima tra due stazioni è di 2,5 metri, il che significa che nel caso esistano diverse macchine molto vicine tra loro è necessario avvolgere il cavo su se stesso creando una sorta di anello. Questo sistema di cablaggio è stato rapidamente soppiantato da un cavo coassiale sottile che non presenta problemi di curvature o di peso, non richiede l'uso di transceiver e impone una distanza minima tra le macchine di soli 60 centimetri. Il cavo coassiale grosso viene ormai utilizzato solo per le dorsali, cioè quei segmenti che attraversano tutto l'edificio per unire tra loro altri segmenti, e anche in questa funzione sta progressivamente cedendo il passo alla fibra ottica.
10Base-F (10 Mbps Baseband Fiber - 10 Mbps banda base su fibra ottica)
Lo standard per trasmettere un segnale Ethernet su fibra ottica alla velocità di 10 MBit per secondo e su una distanza massima di 4 chilometri. Può avere una conformazione a bus oppure a stella. Questo standard prevede tre ulteriori suddivisioni: 10Base-FL, 10Base-FB e 10Base-FP.
10Base-FB (10 Mbps Baseband Fiber Backbone - 10 Mbps banda base su fibra per dorsale)
Standard IEEE per la trasmissione sincrona su una dorsale in fibra ottica (Fiber Backbone) che colleghi tra loro diversi hub. Un segmento 10Base-FB può avere una lunghezza massima di 2.000 metri.
10Base-FL (10 Mbps Baseband Fiber Link - 10 Mbps banda base su fibra periferica)
Una parte delle specifiche 10Base-F per l'Ethernet su fibra ottica, dedicata in particolare alla modalità di connessione tra il concentratore e le stazioni periferiche. FL sta per Fiber Link. È interoperabile con lo standard foirl, ma a differenza di quest'ultimo può avere una lunghezza massima di 2.000 metri.
10Base-FP (10 Mbps Baseband Fiber Passive - 10 Mbps banda base fibra per stella passiva)
Una parte dello standard IEEE 10Base-F in cui si definisce una rete a topologia stellare, con tanti segmenti in fibra che confluiscono su un concentratore passivo. Quest'ultimo non è un dispositivo elettronico, ma si limita a suddividere la luce che viaggia su una qualsiasi fibra in entrata di modo che venga ritrasmessa su tutte le altre fibre in uscita. Ogni segmento in fibra può essere lungo 500 metri al massimo.
10Base-T (10 Mbps Baseband Twisted pair - 10 Mbps banda base su doppino ritorto)
Una versione di rete locale Ethernet funzionante su doppino di tipo telefonico approvata come standard nel 1990. Il nome significa che funziona a 10 Mbit per secondo con una trasmissione di tipo baseband (trasmissione a impulsi) su doppino ritorto (twisted pair) non schermato. La topologia fisica ha la forma di una stella: tutti i computer si collegano a un concentratore (hub) con tratte di filo individuali, perciò se una tratta s'interrompe l'unica a soffrirne è la macchina interessata, anziché tutto il segmento come invece accade con l'Ethernet su cavo coassiale. La topologia elettrica è tuttavia quella tipica delle reti Ethernet: un bus (percorso continuo e comune) che corre da una macchina alla successiva con una terminazione elettrica a entrambi gli estremi. È il concentratore che collega i singoli spezzoni di filo in entrata e in uscita in modo che siano uno la continuazione elettrica dell'altro. La lunghezza massima della tratta di doppino che unisce la singola stazione all'hub è di 100 metri. È possibile collegare in cascata fino a 4 hub per un totale di 500 metri di diametro massimo (la distanza tra le due stazioni agli estremi).
10Broad-36 (10 Mbps Broadband 3.600 metri - 10 Mbps banda larga a 3600 metri su coassiale)
Una delle prime versioni di rete Ethernet che funzionava su un cavo coassiale di tipo televisivo (RG 59 a 75 ohm) e che trasmetteva segnali a banda larga (modulati su una portante) su una distanza massima di 3,6 chilometri su una topologia a bus. Usata in ambiente industriale in ragione della sua relativa immunità dai disturbi elettromagnetici e per la sua capacità di convogliare sullo stesso cavo diversi canali, è caduta rapidamente in disuso con l'arrivo della fibra ottica. 10Broad36 è molto costosa da produrre visto che ogni interfaccia verso la rete deve disporre di un modem ad altissima velocità per la modulazione del segnale, oltre all'interfaccia Ethernet classica.
1Base-5 (1 Mbps Baseband - 1 Mbps banda base su doppino)
StarLAN, il nome di una rete inventata e sviluppata da AT&T per trasmettere informazioni su doppino ritorto non schermato alla velocità di 1 Mbit per secondo su una distanza massima di 500 metri. È stata in uso nella prima metà degli anni Ottanta, ma successivamente è stata sostituita dell'attuale Ethernet su doppino non schermato, 10Base-T, che garantisce gli stessi benefici di cablaggio con una velocità dieci volte superiore ed è uno standard accettato da tutti i produttori. StarLAN è stata una della prime reti a proporre l'impiego di un concentratore (hub) per interconnettere tutte le stazioni.
atm (Asynchronous Transfer Mode - modalità di trasferimento asincrona)
Una tecnologia a commutazione di cella capace di trasmettere dati, voce e video. Le velocità variano da 1,5 Mbps a 622 Mbps. Si tratta in altri termini di un sistema di asynchronous time division multiplexing, vale a dire multiplazione statistica a divisione di tempo in modalità asincrona.
aui (Attachment Unit Interface - interfaccia verso l'unità di connessione)
Una presa a 15 poli collocata sul retro di tutte le schede Ethernet alla quale è possibile collegare, mediante un cavo di doppino ritorto, un transceiver esterno (transmitter-receiver) al fine di rendere possibile la connessione della scheda medesima con numerosi tipi di cavo.
backplane
Il bus ad alta velocità che interconnette i diversi moduli di un dispositivo di comunicazione e che si trova all'interno del dispositivo stesso. Quest'ultimo potrebbe essere un centralino telefonico privato (PBX) oppure uno châssis di rete (che riunisce al proprio interno diverse schede funzionali tra cui hub, switch e router). Può essere passivo oppure attivo, cioè contribuire allo smistamento ottimale del traffico che lo attraversa e quindi disporre di un microprocessore dedicato o di speciali circuiti ad alta integrazione.
baseband (banda base)
Si dice di una rete che utilizza un singola frequenza portante su un singolo canale trasmissivo, così da consentire la trasmissione da parte di una sola stazione per volta.
bnc (Bayonet Neill-Concelman - connettore a baionetta per il cavo coassiale inventato da Neill-Concelman)
Un particolare tipo di connettore cilindrico a innesto usato per le reti Ethernet su cavo coassiale sottile. S'infila a mano sull'innesto come se fosse una baionetta e quindi lo si blocca in posizione ruotandolo di un quarto di giro in senso orario. Garantisce un aggancio facile e sicuro che chiunque può realizzare a condizione di disporre di cavi già "intestati", vale a dire già dotati di connettore BNC su entrambi i lati.
bps (bit per second - bit per secondo)
Unità di misura utilizzata nella trasmissione di dati che indica quanti bit (cifra binaria) vengono trasmessi in un secondo.
bridge (ponte)
Un dispositivo che collega due reti locali che possono essere simili oppure diverse (Ethernet e Token Ring ad esempio). Nel caso di reti simili, il bridge serve a creare una separazione, di modo che il traffico di ciascuna rete resti confinato all'interno di quest'ultima e che l'altra rete riceva solo quei pacchetti che le sono effettivamente destinati. Nel caso di reti diverse il bridge serve invece a creare un collegamento che altrimenti sarebbe impossibile. Anche in questo caso attraverso il bridge passa solo quel traffico che è destinato a una o più macchine che si trovano sulla lan all'altro estremo, mentre il traffico locale rimane confinato entro la lan a cui appartiene. L'unica eccezione in questo senso è il traffico di tipo broadcasting che per definizione è destinato a tutte le macchine presenti sulla rete e perciò viene replicato a entrambi gli estremi del bridge.
broadband (banda larga)
Una tecnica trasmissiva che consente la presenza di canali multipli ad alta velocità sullo stesso cavo trasmissivo. Ciascun canale è diviso dagli altri per il fatto che usa una frequenza di portante diversa, di conseguenza la rete usa una larga banda di frequenze. In una rete broadband diverse stazioni possono trasmettere in contemporanea sneza interferire l'una con l'altra. Vedi come confronto le reti baseband.
broadcast (invio generalizzato)
Invio del medesimo pacchetto d'informazioni a tutti i destinatari raggiungibili sulla rete. Più generalmente significa l'invio delle stesse informazioni a chiunque sia in ascolto. Nelle reti Ethernet indica una trama che viene inviata a tutte le macchine collegate alla rete, indipendentemente dal segmento su cui si trovano. Le trame broadcast passano attraverso bridge e switch (a meno che questi ultimi dispongano di filtri ad hoc) e si propagano per tutta la rete provocando un aumento complessivo del traffico. L'indirizzo di broadcast di una rete Ethernet è FF-FF-FF-FF-FF-FF.
bus
Una topologia di rete in cui tutti i nodi sono collegati allo stesso cavo o al medesimo percorso trasmissivo. Tutti i nodi sono uguali tra loro e ricevono tutte le trasmissioni che circolano sulla rete. Vedi topologia elettrica e topologia fisica.
Class I repeater (ripetitore di Classe I)
Un tipo di hub Fast Ethernet che esegue una traduzione del segnale entrante prima di ritrasmetterlo al fine di consentire l'interconnessione di diversi mezzi trasmissivi all'interno dello stesso dominio di collisione. Vedi Class II repeater.
Class II repeater (ripetitore di Classe II)
Un tipo di ripetitore che si limita a ritrasmettere ossia a ripetere il segnale entrante, inviandolo ad altri dispositivi che usano tutti lo stesso mezzo trasmissivo. Non esegue nessun tipo di traduzione.
collisione
Lo scontrarsi del segnale trasmesso contemporaneamente da due stazioni di lavoro che accedono alla rete Ethernet nello stesso momento. In seguito alla collisione, i messaggi originali inviati dalle due macchine diventano irriconoscibili e devono essere ritrasmessi, uno per volta.
crc (Cyclic Redundancy Check - verifica a ridondanza ciclica)
Una particolare operazione matematica usata per verificare la correttezza del contenuto di una trama informativa trasmessa su rete. L'operazione viene seguita su tutti i bit contenuti nella trama, contando tutti gli 1 e ricavando un valore esadecimale che viene aggiunto in coda alla trama così da poter essere verificato all'altro estremo, dove il ricevente eseguirà lo stesso tipo di operazione e dovrà ottenere il medesimo risultato. Il valore aggiunto in coda alla trama prende il nome di fcs (Frame Check Sequence).
csma (Carrier Sense Multiple Access - accesso multiplo a rilevazione di portante)
È uno dei metodi di accesso utilizzato nelle reti locali e consiste nel verificare che la linea sia libera prima di cominciare a trasmettere. In questo caso tutte le stazioni usano lo stesso mezzo fisico per trasmettere e tutte possono accedervi in qualsiasi momento a condizione che non sia già occupato dalla portante (segnale) inviata da qualcun altra. Nel caso in cui due stazioni trovino la linea libera e comincino a trasmettere contemporaneamente si verifica una collisione tra i due pacchetti e le informazioni dovranno essere ritrasmesse. Al crescere nella quantità di traffico si moltiplicano le collisioni e per cercare di ridurle al minimo sono state sviluppate due versioni particolari di questa tecnica di accesso: CSMA/CA e CSMA/CD.
diametro della rete
Indica la massima distanza che può intercorrere tra due stazioni di lavoro quando la rete è nella sua piena estensione (tutti i ripetitori possibili e lunghezza massima delle varie tratte di cavo).
dominio di collisione
Quella porzione di rete all'interno della quale si verifica una collisione se due computer, appartenenti a quella porzione, cercano di trasmettere contemporaneamente. Il segmento di una rete Ethernet costituisce un singolo dominio di collisione, ma anche diversi segmenti uniti tra loro da ripetitori (sinonimo di hub nel caso di reti su doppino) costituiscono un singolo dominio di collisione nel loro insieme.
dorsale (in inglese backbone)
Una rete ad alta velocità che collega altre reti su distanze brevi o ampie a seconda che si tratti di una dorsale locale oppure di una dorsale geografica. Sulla dorsale confluisce il traffico che le singole reti devono scambiare una con l'altra. Non esistono computer direttamente collegati alla dorsale, salvo che si tratti di server con interfacce ad alta velocità.
drop cable (cavo di derivazione)
Nelle reti Ethernet del primo tipo (10Base-5), il cavo che collega la stazione di lavoro al transceiver esterno che si trova innestato sul segmento di coassiale su cui transitano i dati. S'innesta nella presa AUI sul retro della scheda di rete e in un connettore a 15 poli sul retro del transceiver. Ha una lunghezza massima di 50 metri.
Ethernet
Una rete locale a 10 Mbit per secondo inizialmente sviluppata dal Palo Alto Research Center di Xerox e successivamente rifinita da Digital Equipment, Intel e Xerox. È la più diffusa tra le reti locali nel mondo e il suo standard finale porta la firma del comitato 802.3 dell'IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers). Esistono tre diverse versioni di Ethernet a 10 Mbit per secondo, distinte per tipo di cavo utilizzato: coassiale da circa 1 cm di diametro (thick coax - coassiale spesso) per tratte massime di 500 metri (ormai poco utilizzato), coassiale sottile (3-4 mm di diametro) per tratte massime di 200 metri e doppino ritorto non schermato (il più diffuso) per impianti dove tutte le macchine vengono collegate a un concentratore centrale (hub) con tratte di cavo lunghe al massimo 100 metri. Il doppino (simile al cavo usato in telefonia) è preferibile perché, oltre a essere più economico, consente maggiore sicurezza. Infatti se si trancia il cavo che collega un computer al concentratore viene isolata solo quella macchina e tutte le altre continuano a trasmettere. Se invece s'interrompe uno spezzone di coassiale tutto il segmento cessa di funzionare.
Ethernet meltdown (liquefazione di Ethernet)
Un incidente che provoca la temporanea saturazione totale o parziale di una rete Ethernet e che di solito viene provocato da errori nell'instradamento dei pacchetti.
Fast Ethernet (Ethernet veloce)
Un tipo particolare di rete Ethernet che funziona a 100 Mbit per secondo invece che a 10 Mps. Come cavo trasmissivo si usa un doppino ritorto non schermato (simile al cavo telefonico ma di qualità superiore) per tratte massime di 100 metri. Usa un concentratore (hub) diverso dall'Ethernet a 10 Mbps e funziona su reti più corte in ragione dell'alta velocità: 205 metri complessivi invece di 500 metri complessivi che si raggiungono a 10 Mbps (la distanza aumenta a seconda della qualità dei ripetitori - hub impiegati - e della combinazione di doppino e fibra ottica e si arriva anche a più di 300 metri) . Per il resto funziona esattamente come un Ethernet convenzionale e per questo motivo quasi tutte le schede Fast Ethernet in circolazione possono anche funzionare a 10 Mbps.
fcs (Frame Check Sequence - verifica di sequenza della trama)
La parte finale di una trama Ethernet o Token Ring che contiene il valore di controllo per quella trama. Viene anche chiamato crc (dal nome della particolare operazione matematica che viene utilizzata per definirne il contenuto). La fcs viene calcolata prima della trasmissione eseguendo una particolare operazione matematica sui bit contenuti nella trama. Il valore ricavato viene accodato alla trama medesima così che all'altro estremo il destinatario possa eseguire la stessa operazione sui dati ricevuti, confrontarne il risultato con il valore contenuto nel campo fcs (parte finale della trama) e accertarsi che non ci siano stati errori di trasmissione. Se il valore di fcs calcolato dal destinatario è diverso da quello contenuto nella trama, quest'ultima viene scartata.
fcs error (errore di fcs)
Detto anche errore di verifica ciclica di ridondanza - crc - oppure errore di checksum. Indica una trama Ethernet che è stata ricevuta in forma alterata, per esempio uno 0 e un 1 si sono scambiati di posto. L'alterazione del contenuto viene rilevata eseguendo l'operazione di verifica ciclica di ridondanza (crc) che produce un valore diverso da quello memorizzato dal mittente all'interno della trama prima della sua spedizione. Questi errori sono di solito il risultato di disturbi elettrici presenti sul cavo e dovrebbero essere piuttosto rari. In caso di alta percentuale di errore diventa necessario sostituire una o più schede d'interfaccia sulle macchine collegate alla rete.
fddi (Fiber Distributed Data Interface - interfaccia per la distribuzione dei dati via fibra ottica)
Una rete a 100 Mbit per secondo che trasmette i pacchetti d'informazioni su un anello in fibra a cui sono collegate tutte le macchine. Per sicurezza l'anello può essere doppio e in tal caso i pacchetti girano in senso inverso nei due anelli così che il secondo possa trasformarsi nella prolunga del primo in caso d'interruzione di quest'ultimo, o viceversa. Considerato l'elevato costo della posa di una rete in fibra questa soluzione viene utilizzata prevalentemente per dorsali che interconnettono tra loro altre reti locali più lente (con cablaggio in rame). L'uso della fibra ottica consente di arrivare a distanze di almeno due chilometri. Per distanze inferiori è possibile usare la stessa tecnica trasmissiva su cavi in rame, in questo caso il nome della rete diventa cddi (Copper Distributed Data Interface).
Fiber Channel
Un sistema trasmissivo per costruire una linea seriale ad altissima velocità, capace d'inviare da 133 Mbps fino a 1,06 Gbps su doppino, cavo coassiale e fibra ottica monomodale e multimodale. Viene usato per costruire dorsali all'interno di reti aziendali e per collegare i mainframe alle relative periferiche (batterie di dischi e altro). È codificato dallo standard ansi X3T9.3. ***
fibre ottiche
Sottili filamenti di vetro oppure di plastica che vengono utilizzati per trasmettere dati. Un cavo in fibra ottica contiene diverse fibre individuali, ciascuna capace di convogliare impulsi luminosi a una velocità prossima a quella della luce. Al punto ricevente troviamo un dispositivo che riconverte in impulsi elettrici gli impulsi luminosi che arrivano attraverso il cavo. Le fibre ottiche vengono utilizzate per le trasmissioni su lunga distanza e garantiscono un'elevata immunità ai disturbi elettromagnetici e alla radioattività, una banda passante molto ampia e la quasi impossibilità di eseguire intercettazioni.
fibra multimodale
Una fibra ottica con un nucleo relativamente grosso (da 25 a 200 micron) nel quale la luce può entrare con diverse angolazioni (diversi modi). In virtù delle dimensioni del nucleo e della tolleranza di angolazione con cui la luce deve uscire da laser trasmettitore per entrare nel cavo e con cui esce dal cavo per finire sul diodo ricevitore, le fibre multimodali sono anche abbastanza facili da posare e perciò risultano particolarmente economiche rispetto agli altri tipi di fibra. D'altro canto, poiché il nucleo è largo, il segnale rimbalza sulle sue pareti interne e a mano a mano che procede tende a disperdersi. Per questa ragione le fibre multimodali possono coprire distanze inferiore rispetto alle fibre monomodali (tipicamente 1 o 2 chilometri). Si ottiene peraltro il vantaggio di far entrare diversi segnali contemporaneamente all'interno dello stesso cavo ottico, differenziandoli per frequenza o per fase. Sono il tipo di fibra più diffuso nel mondo delle reti locali.
fibra monomodale
Una fibra ottica con un nucleo molto sottile (10 micron) che accetta la luce con una sola angolazione d'ingresso e con una sola frequenza. In virtù delle ridotte dimensioni del nucleo e della precisione con cui la luce deve entrare e uscire da questo, si tratta di fibre molto costose da posare, oltre che da fabbricare. In compenso offrono una dispersione molto bassa e raggiungono distanze considerevoli (fino a 200 km in alcuni casi). È possibile trasmettere un solo segnale alla volta e l'allineamento deve essere molto preciso perciò il trasmettitore deve emettere un raggio laser. La maggiore distanza è dovuta anche alla qualità superiore della luce prodotta dal laser rispetto a quella ottenibile dai LED impiegati con le fibre multimodali. Considerato l'alto costo, la fibra monomodale viene usata di rado nel mondo delle reti locali e solo quando sia indispensabile coprire grandi distanze.
foirl (Fiber Optic Inter Repeater Link - collegamento in fibra ottica fra ripetitori)
Uno standard ieee per realizzare connessioni punto-punto su fibra ottica tra ripetitori Ethernet. Il foirl è nato prima delle specifiche 10Base-F, con le quali peraltro è compatibile. La lunghezza massima di un segmento foirl è di un chilometro, mentre 10Base-F consente di arrivare a due chilometri.
hub
La parola hub in inglese significa "perno" con riferimento al centro della ruota dove confluiscono tutti i raggi di sostegno e intorno al quale l'intera ruota gira. È un'apparecchiatura che si è diffusa nel mondo delle reti locali nella seconda metà degli anni Ottanta e che consente di realizzare un sistema di cablaggio a stella, dove tutte le connessioni provenienti dalle workstation di un certo gruppo di lavoro confluiscono verso un centro di connessione che può essere attivo o passivo, ma il cui scopo fondamentale rimane quello di creare una connessione elettrica tra tutte le macchine che vi sono collegate ed eventualmente altri hub. L'hub viene usato solitamente con doppino (schermato e non) e trova impiego nelle reti Ethernet 10Base-T e nelle reti Token Ring dove prende più propriamente il nome di mau (Multistation Access Unit). Il vantaggio dell'impiego di un hub e di un cablaggio a stella è che si possono aggiungere e togliere workstation in qualsiasi momento senza interrompere la continuità di collegamento delle altre e che eventuali stazioni con schede d'interfaccia guaste possono essere isolate automaticamente senza compromettere la connessione di tutte le altre. Inoltre, nel caso di alcuni hub, la gestione può essere eseguita a distanza per mezzo di speciali software di controllo e monitoraggio.
ieee (Institute of Electrical and Electronics Engineers - Istituto degli ingegneri elettrotecnici ed elettronici)
Chiamato anche "I triple E". Ente statunitense con sede a New York che riunisce scienziati, ingegneri e studenti. Nato nel 1963 dalla fusione dell'ire (Institute of Radio Engineers) e dell'aiee (American Institute of Electrical Engineers), l'ieee concentra la propria attività nella definizione di standard per il mondo dell'elettronica, in generale, e per i sistemi da calcolo, in particolare. I suoi standard più conosciuti sono quelli che riguardano le modalità di realizzazione fisica dei vari tipi di rete locale oggi usati nel mondo.
link integrity (integrità della connessione)
La verifica continua eseguita da un hub 10Base-T sull'integrità del cavo che lo collega a una particolare stazione. Nel caso in cui tale integrità venisse a mancare per interruzione del cavo, l'hub escluderebbe automaticamente quella porta dal resto della rete.
link segment (segmento di collegamento)
Un segmento di una rete Ethernet che funge unicamente da collegamento tra due ripetitori e che non può contenere stazioni di lavoro al proprio interno. Vedi trunk segment.
Manchester encoding
La codifica usata per la trasmissione di bit su una rete Ethernet. Il segnale passa da un valore di tensione positivo a un valore di tensione negativo per indicare la cifra binaria 0 e da un valore di tensione negativo a un valore di tensione positivo per indicare la cifra binaria 1. La transizione avviene nella seconda metà del periodo temporale riservato a quel bit e si sviluppa con una velocità definita e costante così da fornire una frequenza di sincronizzazione per tutte le macchine collegate alla rete. Nel caso di Ethernet questa frequenza è di 20 MHz.
multicast (invio con destinatario multiplo)
Una particolare forma di broadcast in cui parte del messaggio o pacchetto
vengono distribuite contemporaneamente a diverse stazioni che fanno parte
di un gruppo definito all'interno di un elenco d'indirizzi. Nelle reti
Ethernet, si dice multicast una trama che viene spedita contemporaneamente
a più dispositivi presenti sulla rete, ma non a tutti, come nel
caso di una trama broadcast.
Le trame multicast attraversano bridge e switch solo nel caso in cui
l'indirizzo di uno dei loro destinatari si trovi dall'altra parte. Costituiscono
una piccola percentuale delle trame in circolazione e contribuiscono alla
congestione della rete in misura inferiore a quel che avviene con le trame
broadcast.
multiport repeater (ripetitore multiporta)
Un particolare tipo di ripetitore con ingresso multiplo usato nelle reti Ethernet su coassiale sottile (10Base-2). Serve a interconnettere fino a sei segmenti separati.
nic (Network Interface Card - scheda interfaccia di rete)
Il nome abbreviato americano con cui si indica, nei manuali, una qualsiasi scheda di rete.
packet filtering (filtraggio dei pacchetti)
Una delle due tecniche con cui viene realizzata una vlan. Il gruppo di lavoro viene costruito escludendo gli altri dalla ricezione dei pacchetti che gli sono riservati. Comporta una diminuzione nelle prestazioni dello switch. Vedi anche packet identification e filtering.
packet identification (identificazione del pacchetto)
Detta anche packet tagging. Una delle due tecniche per definire una vlan allr'interno di uno switch o di un gruppo di switch. A ciascun pacchetto (trama) viene aggiunta una speciale etichetta (tag) che ne identifica l'appartenenza a una particolare vlan. Leggendo unicamente questa etichetta, lo switch può smistare il pacchetto immediatamente verso la sua corretta destinazione.
partition (partizione)
Detto anche auto-partition. L'isolamento di un tratto di una rete Ethernet 10Base-T dal resto della rete. Si riferisce all'isolamento di una porta di hub nel caso in cui la stazione oppure il cavo collegato siano difettosi oppure all'isolamento della presa BNC sempre all'interno dell'hub nel caso in cui l'intero segmento in coassiale sottile abbia un difetto. L'hub si accorge che c'è qualcosa che non va dal verificarsi di 31 collisioni una dopo l'altra ed esegue automaticamente la "partizione" di quella porta.
porta
La presa fisica all'interno della quale s'innesta il cavo di connessione alla rete. Si trova sulla scheda di rete e sul concentratore (hub).
ripetitore
Un dispositivo hardware usato per aumentare la lunghezza di una rete locale o di una qualsiasi linea di trasmissione oltre il limite imposto dal cablaggio in uso amplificando il segnale che arriva da una tratta e che deve essere fatto proseguire sulla tratta successiva. Nel caso di segnale digitale il ripetitore anche rigenera e risincronizza il segnale restituendogli la sua forma squadrata originale che tende a smussarsi con la distanza.
L'impiego di questo oggetto è necessario perché oltre un certo limite il segnale tende a indebolirsi (attenuazione) e diventa irriconoscibile e non più interpretabile dalle stazioni che lo ricevono. Il ripetitore non modifica il segnale in alcun modo, salvo filtrare gli eventuali disturbi. La velocità di trasmissione è la stessa della rete su cui viene impiegato (10 Mbit per secondo su Ethernet). Nel caso di una rete Ethernet, il ripetitore ritrasmette anche qualsiasi collisione che si è verificata su uno dei due segmenti a cui è collegato. In questo modo i due segmenti diventano come uno solo.
segmento
Una porzione di rete Ethernet che è elettricamente continua, il che significa che è chiusa ai due estremi da due terminatori oppure da bridge o router, e costituisce un singolo dominio di collisione. Può contenere ripetitori. A ogni porta di uno switch Ethernet è abbinato un segmento che può comprendere una o più stazioni di lavoro. Nel dominio NetWare il segmento è rappresentato da tutte quelle macchine che sono collegate a una delle interfacce di rete montate sul server. L'unione di diversi segmenti attraverso un bridge o un router costituisce un'internetwork nel qual caso ciascun segmento diventa una subnetwork.
source routing (instradamento dalla sorgente)
Detta anche source route o source-route bridging. Una tecnica d'instradamento tipica delle reti Token Ring, in cui la stazione sorgente (source) determina il percorso necessario per arrivare a una certa destinazione e inserisce tale informazione all'interno dei pacchetti che invia così che sia letta dai bridge che collegano un anello all'altro. In questo modo il pacchetto trasporta con sé non solo l'indirizzo di destinazione, ma anche le informazioni su come arrivarci. È sinonimo di end-to-end routing (instradamento da punto terminale a punto terminale). L'intero percorso viene determinato prima di trasmettere il pacchetto. La tecnica è alternativa a quella di transparent bridge rispetto alla quale prevede anche una maggiore complessità sul fronte del bridge, tuttavia è più efficiente dopo che il percorso è stato trovato la prima volta poiché evita al bridge di ricercarlo daccapo ogni volta.
spanning tree algorithm (algoritmo della diramazione ad albero)
I bridge devono assicurarsi che nella rete non esistano circoli viziosi e cioè che la stessa trama non continui a girare eternamente in tondo mantenendo la rete inutilmente occupata alla ricerca di un percorso per arrivare alla propria destinazione. Questo succede quando tra due reti o due segmenti esistono più percorsi possibili. Le trame continuano a propagarsi su tutti i segmenti possibili e a volte tornano indietro creando circoli viziosi. La trama esce "dalla porta" e rientra "dalla finestra" di continuo. Per intercettare queste "trame vagabonde" si sceglie uno tra i vari percorsi possibili e s'indirizzano tutte le trame indirizzate a una certa destinazione su quel percorso. Il percorso che viene scelto deve essere quello più corto tra tutti quelli disponibili. La decisione viene presa seguendo un algoritmo che si chiama spanning-tree (diramazione ad albero). Se il percorso originariamente scelto venisse a mancare per un difetto della rete, il bridge passerebbe al secondo così da mantenere una continuità di connessione. Il risultato finale è che la rete appare strutturata come un grande albero gerarchico senza percorsi doppi tra nessuna delle sue stazioni.
L'efficacia di questo metodo è limitata alle reti locali e non funziona bene su una connessione geografica poiché comporta il continuo scambio d'informazioni tra i bridge.
stp (Shielded Twisted Pair - doppino ritorto schermato)
Un tipo di cavo, molto affine al cavo telefonico, ma con l'aggiunta di una schermatura metallica esterna per ciascuna coppia, che viene usato per il cablaggio di alcune reti locali tra cui, in particolare, Token Ring. I due fili hanno un isolamento in plastica e sono avvolti in una guaina metallica a foglio che li isola dai disturbi esterni. Le singole coppie sono, poi, avvolte tutte assieme da un altra schermatura metallica, fatta a calza, e quindi sono rivestite da un isolante in plastica che costituisce la superficie esterna del cavo. Il fatto che i due fili siano ritorti uno sull'altro (avvolti uno sull'altro per la lunghezza) fa in modo che i disturbi presenti sull'uno annullino parzialmente quelli presenti sull'altro per effetto della prossimità e dell'interazione magnetica tra la corrente che fluisce nei due conduttori. Inoltre la schermatura impedisce che il cavo accumuli molti disturbi dall'esterno. Il costo di questo cablaggio è decisamente superiore rispetto all'UTP, ma consente di coprire distanze maggiori di quelle possibili con quest'ultimo.
switch (commutatore)
Un dispositivo che selettivamente crea una connessione tra un canale o porta entrante e un canale o porta uscente. Nel mondo telefonico lo switch s'identifica con un centralino o con una centrale telefonica, nel mondo delle reti locali è invece un dispositivo che collega tra loro diversi segmenti smistando selettivamente i pacchetti in transito così che vadano unicamente al segmento di destinazione e non agli altri. In questo modo si aumenta la banda passante di ogni singolo segmento poiché si toglie il traffico non necessario.
terminatore
Un tipo particolare di connettore (fatto a tappo) che chiude il percorso elettrico ai due estremi di una rete Ethernet su cavo coassiale. Monta al proprio interno un resistore che s'innesta a cavallo dei due poli del cavo coassiale al fine di scaricare il segnale che arriva e impedire che si rifletta tornando indietro sulla rete e provocando collisioni.
Token Ring
Una rete locale con topologia elettrica ad anello e topologia fisica a stella dove la facoltà di trasmettere è vincolata al possesso di un token (gettone) che circola sull'anello passando da una stazione all'altra e che, una volta occupato, convoglia al proprio seguito i dati della stazione che sta trasmettendo. In questo modo si evita qualsiasi tipo di contesa o collisione e si utilizza quasi al massimo la capacità trasmissiva teorica di 4 o 16 Mbit al secondo. La rete Token Ring è intrinsecamente più veloce e più sicura di Ethernet, ma non ha raccolto il successo di quest'ultima in ragione degli alti costi delle apparecchiature e del cablaggio (almeno inizialmente) necessari a realizzarla. Inoltre comporta un maggiore onere di gestione.
topologia elettrica (Detta anche topologia logica.)
La disposizione delle connessioni elettriche che uniscono i diversi
nodi di una rete locale o più in generale il percorso logico che
le informazioni seguono per arrivare a destinazione. Le topologie elettriche
più diffuse sono l'anello e il bus. Nell'anello, usato ad esempio
nelle reti FDDI e Token Ring, il percorso elettrico passa da una stazione
all'altra per poi richiudersi su quella di partenza come un anello. Ciascuna
macchina riceve informazioni solo dal nodo a monte e trasmette unicamente
al nodo a valle. L'informazione transita sequenzialmente da un nodo all'altro
secondo una sequenza e una velocità predefinita e quindi controllabile.
Nel bus, usato ad esempio nelle reti Ethernet, tutte le stazioni sono contemporaneamente
collegate allo stesso percorso trasmissivo che si snoda da una macchina
all'altra con una lunga linea interrotta ai due estremi da terminatori
elettrici che impediscono la riflessione del segnale.
Tutte le stazioni ricevono ogni pacchetto d'informazione trasmessa
quasi contemporaneamente (fatto salvo per il ritardo di propagazione elettrica
del segnale che aumenta in proporzione alla lunghezza del cavo e alla distanza
che separa la macchina trasmittente dalle altre). Esiste anche una topologia
elettrica a stella, dove il percorso ha numerose diramazioni che fanno
capo a un singolo punto di smistamento, come nel caso di un centralino
telefonico o di un concentratore di terminali, oppure una topologia elettrica
a maglia dove a ogni destinazione (nodo o rete) si arriva con più
di un percorso possibile. La topologia elettrica non si riflette necessariamente
nel modo in cui le connessioni sono cablate (topologia fisica), ma definisce
in ogni modo il percorso elettrico che il segnale deve seguire, indipendentemente
dalla forma fisica esteriore che si dà a tale percorso.
transceiver (Transmitter/ReCeiver - trasmettitore/ricevitore)
In generale qualsiasi dispositivo in grado di trasmettere e ricevere dati, più in particolare il dispositivo che da una parte si collega alla presa aui di una scheda Ethernet e dall'altra s'interfaccia con il cavo di trasmissione. In origine costituiva un componente obbligatorio per agganciare la macchina al cavo coassiale grosso delle reti Ethernet 10Base-5. In quel caso utilizzava un cavo lungo circa un metro e mezzo (chiamato drop cable) per raggiungere la presa aui sul retro del computer e si attaccava direttamente sul cavo coassiale forandolo mediante una speciale punta (detta vampiro) che toccava l'anima interna del coassiale senza sfiorare la calza isolante esterna (il secondo polo) che invece si collegava alla morsa di fissaggio che teneva il transceiver in posizione. Con l'avvento delle reti su coassiale sottile, prima, e delle reti su doppino, poi, il transceiver è stato incorporato direttamente nella scheda di rete, tuttavia la presa aui è rimasta al fine di consentire l'uso della medesima interfaccia anche con cavi di tipo diverso rispetto a quello previsto dal transceiver interno. Oggi il tipo di transceiver più utilizzato è quello che consente di connettere una vecchia scheda Ethernet 10Base-2 a una nuova rete 10Base-T su doppino. Tenderà a scomparire visto che le schede moderne incorporano già l'uscita sia per il coassiale sottile sia per il doppino, oltre naturalmente all'aui classica.
transparent bridge (bridge trasparente)
Una tecnica per il collegamento di due o più anelli di una rete Token Ring oppure di due o più segmenti di una rete Ethernet. Il nome deriva dal fatto che le stazioni che si trovano sull'anello o sul segmento non si accorgono del fatto che alcune delle trame da loro trasmesse attraversano un bridge per raggiungere il nodo di destinazione che si trova su un altro anello o su un altro segmento. Lo smistamento del traffico viene svolto dal bridge senza che la stazione se ne accorga e quest'ultima non deve disporre di alcun software particolare per l'instradamento delle trame, a differenza di quel che avviene nelle reti Token Ring con la tecnica source routing. Il bridge determina all'istante se la trama debba passare dall'altra parte consultando una propria tabella interna che elenca la posizione sulla rete di tutti i nodi conosciuti.
trunk segment (segmento di tronco)
Un segmento di una rete Ethernet che possa contenere stazioni di lavoro. Vedi link segment.
uplink port (porta di uplink)
La porta utilizzata per collegare un hub a un altro hub oppure alla dorsale. Può trattarsi di una porta aui, bnc oppure di una normale porta RJ-45 le cui connessioni possono essere raddrizzate per combinare il canale di ricezione con quello di ricezione all'altro estremo e costituire un semplice prolungamento della rete. Normalmente le porte che comunicano con le workstation sono incrociate ma una di esse può essere raddrizzata agendo su un commutatore, detto crossover switch, così da poterla utilizzare come porta bivalente. In alcuni casi esiste una porta sdoppiata e in qualche caso l'hub non è predisposto e bisogna ricorrere a un tratto di doppino che abbia le coppie incrociate (così da annulare l'incrocio interno con un altro incrocio esterno).
utp (Unshielded Twisted Pair - doppino ritorto non schermato)
Un tipo di cavo, molto affine al cavo telefonico, che viene usato nei cablaggi di quasi tutte le moderne reti locali, tra cui in particolare Ethernet. I due fili hanno un semplice isolamento in plastica e sono avvolti in una guaina, anch'essa di plastica, senza nessuna schermatura elettrica verso l'esterno. Il fatto che siano ritorti uno sull'altro (avvolti uno sull'altro per la lunghezza) fa in modo che i disturbi presenti sull'uno annullino quelli presenti sull'altro per effetto della prossimità e dell'interazione magnetica tra la corrente che fluisce nei due conduttori. Evitando la schermatura, il cavo è molto economico.
vlan (Virtual Local Area Network - rete locale virtuale)
Un singolo dominio di broadcast all'interno di una rete fisica. I suoi
confini variano a seconda di come vengono configurati gli switch che compongono
la rete. Le vlan si comportano a tutti gli effetti come reti separate,
isolate l'una dall'altra per ragioni di sicurezza, di gestione e di contenimento
del traffico (incluso quello dei broadcast). Un nodo può tuttavia
appartenere a più vlan contemporaneamente e quindi costituire una
risorsa condivisa. L'assegnazione di una macchina a una particolare vlan
avviene in base all'indirizzo fisico della macchina medesima, ai protocolli
che questa dovrà ricevere oppure al tipo di applicazioni in cui
dovrà essere coinvolta. La vlan può riunire in un singolo
gruppo di lavoro persone sparse per tutta l'azienda.
Dott Ing. ALDO NECCI
Dipartimento di Informatica ed Automazione Universita' degli Studi "Roma Tre" Via della Vasca Navale, 79 ROMA |
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e-mail: necci@inf.uniroma3.it |